Qual è il modo corretto di camminare?

Esiste un modo corretto di camminare?

Ogni persona ha la sua storia, un’elasticità e una forza muscolare diversa.

Queste caratteristiche del tutto personali non permettono di dire se camminiamo bene o male, tuttavia, i medici hanno studiato il modo di camminare che porta il paziente a spostarsi nello spazio utilizzando la minor fatica muscolare possibile, il minor dispendio energetico possibile e impegnando il meno possibile le articolazioni.

Un modo di camminare efficace e poco dispendioso parte con un appoggio del tallone. Il carico si sposta poi lungo la parte esterna del piede e termina nell’alluce. 

Figura camminata

La Figura rappresenta un’analisi dei carichi durante la camminata. Le aree rosse rappresentano il carico maggiore, mentre quelle blu, al contrario, quelle a minor carico; la linea nera nel piede destro è la linea di carico ottimale. Se il carico si sposta medialmente (verso l’interno) si parla di piede pronato, mentre se il carico si sposta “esternamente” si definisce piede supinato

Cosa significa assumere una postura sbagliata durante la camminata?

Come anticipato precedentemente, se camminiamo in modo errato andiamo incontro a degli adattamenti del nostro sistema muscolo-scheletrico. Infatti, spostare il carico sul piede sano (solitamente dopo una distorsione della caviglia), comporta un carico eccessivo alla gamba controlaterale e alla schiena. Se questa piccola differenza di carico si protrae nel tempo si possono innescare sovraccarichi o infiammazioni.
Ad esempio, se carichiamo su un piede il 5% in più rispetto all’altro, che corrisponde circa ad un paio di chilogrammi, non sembra essere una situazione troppo rischiosa.  Ma se moltiplichiamo questo valore per il numero di passi svolto durante il giorno, quanti chilogrammi in più sopporta quella gamba a fine giornata? 

Inoltre, un carico eccessivo può portare i bambini a peggiorare eventuali scoliosi, gli adulti a peggiorare lo stato della cartilagine e può creare un affaticamento muscolare o persino una tendinopatia. Ci sono pazienti che si infortunano continuamente e questo solo per un eccessivo affaticamento dovuto alla camminata scorretta. 

La domanda che sorge spontanea è: posso correggere la mia postura?
Certamente, con la corretta valutazione ortopedica e con la giusta fisioterapia si può migliorare, o addirittura correggere, il problema.

Qual è la postura corretta da seduti?


Come per la camminata, la postura corretta al PC è quella in cui manteniamo tutte le articolazioni in una posizione confortevole e con la minor attività muscolare possibile. Possibilmente le gambe non devono essere accavallate per non creare una stasi ematica e diminuire i problemi vascolari; mantenere la fisiologica curva lombare; mantenere la corretta curva cervicale e non anteporre la testa.
Molto spesso gli utenti che utilizzano frequentemente il PC, avvicinano gli occhi allo schermo affaticando la vista e soprattutto mettendo a dura prova le strutture muscolo- scheletriche cervicali. 
Il mantenimento di un carico scorretto può portare a due tipi di conseguenze: a breve termine si hanno delle problematiche facilmente curabili, come contratture muscolari, ma a lungo termine possono nascere problematiche discali o addirittura deviazioni strutturali della colonna.

Quando si è seduti al PC può essere utile appoggiare le braccia alla scrivania per scaricare il peso e non gravare sulle spalle oppure alzare il monitor per facilitare uno sguardo lineare in avanti. 
Un altro consiglio semplice, ma efficace è fare un po’ di allungamento o di stretching per interrompere la posizione statica.

Perché è importante l’ortopedico, soprattutto in questo momento?

L’ortopedico è importante per capire la natura e la causa del dolore e indirizzarci verso la terapia migliore. 

Figura 2 camminata

La Figura rappresenta un appoggio patologico di un calciatore professionista derivato da tre distorsioni di caviglia.
Un appoggio normale dovrebbe avere una distribuzione simmetrica tra l’arto destro e il sinistro (50% per arto) e dovrebbe avere una distribuzione di carico leggermente spostata verso il retropiede (46% avampodalico, 54% retropodalico). L’appoggio in figura essendo spostato in avanti portava al calciatore continue lesioni muscolari al polpaccio destro.

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